La verità non è mai palese...bisogna cercarla autonomamente

18 aprile 2007

storie di ordinaria FOLLIA...

Nel Settembre 2003 fui chiamata da un'agenzia interinale di Milano per partecipare ad una selezione per diventare selezionatrice del personale presso quell'agenzia stessa.
Inizialmente non sapevo che il colloquio si sarebbe svolto in gruppo e neppure che sarebbe durato…ben 2 e 20 minuti.
Arrivai in questa agenzia: un corridoio illuminato da luci al neon ed una fila di ragazze ben vestite e con un sorriso da video Black Hole Sun dei Soundgarden, tutte disposte ognuna davanti ad una porta in attesa di quelli che come me avrebbero dovuto sostenere lo pseudo-esame.
Accomodatami in una di queste aule mi sedetti intorno ad un tavolo ovale e con me c'erano altre ragazze/i che aspettavano da almeno mezz'ora…che cosa? Che arrivasse il resto della ciurma e le due selezionatrici. C’era gente venuta da Genova, da Roma, Firenze, dalla Calabria…mi sentivo fortunata e un po’ meno idiota. In tutto eravamo una ventina in uno stanzino che poteva contenerne, per stare decentemente, almeno la metà.
L'atmosfera era piuttosto tesa: ognuno di noi doveva presentarsi, esporre le proprie esperienze di lavoro e soprattutto gli obiettivi professionali(??!!!)…
Io ci misi meno di 5 minuti…3 ragazze ci misero più di 20 minuti ciascuna…era una situazione kafkiana; mancava aria e non si sapeva più dove guardare.
Ovviamente non mi presero, ma a distanza di 6 mesi mi richiamarono e mi fecero rifare la stessa cosa, però essendo in meno (una decina) durò meno. Perché mi ripresentai pur sapendo…la disperazione della disoccupazione.

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