La verità non è mai palese...bisogna cercarla autonomamente

9 novembre 2007

Non ti muovere

Italia è il nome di una donna, una poveraccia vestita di stracci, sola al mondo. Italia è il nome di una madre mancata, una moglie mancata, una vita mancata. Vive nei sobborghi di Roma con il suo vecchio e malconcio cane. Nei suoi occhi non c’è più speranza per il futuro, per la sua vita da emarginata.
Il film Non ti muovere (2004) di Sergio Castellitto ha come uno dei due protagonisti questa donna che diventa nel corso del film l’amante e il sogno nascosto di un medico borghese, Timoteo, interpretato da Castellitto. E’ ormai priva di senso la vita di quest’uomo, com’è ormai giunta al capolinea la storia d’amore con la moglie, bella donna, impegnata nella carriera e spesso assente e non attenta a quello che succede al suo uomo e alla loro unione. I due coniugi sono ormai lontani e Timoteo che non ha né la forza né il coraggio di affrontare il discorso con la moglie, forse perché troppo codardo, capita inizialmente per caso nelle braccia di Italia, interpretata in modo esemplare da Penelope Cruz, e successivamente se ne innamora.

Una storia piena di passione e come quasi tutte le storie intense è destinata a finire tragicamente.

La paura, l’angoscia, il desiderio…sono questi i sentimenti che inondano questo film impegnativo e coinvolgente.

L’interpretazione del personaggio Timoteo da parte di Castellino non è, a mio avviso, tra le migliori. Di gran lunga superiore fu la sua interpretazione nel film L’uomo delle stelle e in L’ora di religione.
E’ mancata nell’interpretazione del personaggio di Timoteo la sfacciataggine che solo in parte si intravedeva nelle prime scene del film. Castellitto è un uomo dal viso dolce e in questo caso non ha saputo mascherare del tutto la sua natura.

Nel dvd succede al film una replica integrale dello stesso con commento in diretta del regista. Ho trovato profondamente scorretto e privo di umanità, non riscontrabili solitamente in Castellitto, un suo commento ad una delle scene finali del film, in cui si intravede un senza tetto sotto la pioggia in un viottolo romano, e Castellitto ricorda, sorridendo, di aver ottenuto il consenso di quest’uomo a far girare la scena con lui in sfondo, in cambio di due litri di vino. Questa mancata sensibilità non ha bisogno di ulteriori commenti.
scritto da Silvia