La verità non è mai palese...bisogna cercarla autonomamente

29 febbraio 2008

29 Febbraio, giornata europea delle Malattie Rare

MILANO - Il 29 Febbraio 2008, sarà celebrata anche in Italia la Prima Giornata Europea delle Malattie Rare. Le malattie rare sono croniche, progressive e spesso fatali. Ad oggi non ci sono cure per circa 6mila malattie rare, il 75% delle quali colpisce i bambini (fonte Eurordis). Dopo anni di sensibilizzazione, svolta da associazioni di pazienti quali Uniamo e Eurordis, oggi le malattie rare sono una priorità per la Sanità pubblica dell’Unione Europea e per la Ricerca scientifica. In Italia le malattie rare colpiscono oltre 1 milione di persone.

25 febbraio 2008

Petizione online contro la caccia




Petizione contro la Caccia e per l'Abolizione dell'art.842 del Codice Civile che permette ai cacciatori di entrare nelle proprietà private.



17 febbraio 2008

En la ciudad de Munster-Alemania- los politicos sin cerebro y sin criterio decidieron demoler casas viejas como esta de la foto para construir otros edificios...pero en estas casas vive gente, como mi amiga Annette. Deseo mucha suerte a todos los que se le va a demoler la casa...

16 febbraio 2008

13 febbraio 2008

Il nostro corpo si plasma con un contatto d’amore
lo percepiamo, lo sentiamo nostro
lo amiamo se è stato toccato, accarezzato
accudito con amore

12 febbraio 2008

Merleau-Ponty Maurice (1908-1961) filosofo francese

Il rapporto originario con il mondo si costruisce attraverso il corpo, la cui dimensione fondamentale è data dall'esperienza vissuta della percezione.
Il mondo è ciò che percepiamo e la fenomenologia si configura essenzialmente come descrizione delle modalità di percezione. Il corpo, infatti, è anteriore e irriducibile alla contrapposizione, costruita a posteriori dalla riflessione e dalle scienze fisiologiche, tra soggetto e oggetto, tra coscienza e mondo. Esso è l'unità indistinta e naturale di questi poli: una mano che tocca è al tempo stesso toccata e viceversa, ossia il soggetto del sentire è al tempo stesso oggetto sentito e viceversa. Merleau-Ponty non può, quindi, condividere la contrapposizione sartriana di in se e per-sé, che ha come conseguenza la concezione dell'intersoggettività come conflitto tra coscienze. L'ambiguità originaria dell'esperienza, quale si mostra nella percezione attraverso il corpo, impedisce di accogliere una concezione per la quale il vero soggetto è unico e non lascia posto all'altro e a una pluralità di coscienze. In questo senso Merleau-Ponty può affermare " io sono un campo intersoggettivo ". La percezione, infatti, in quanto inscindibilmente connessa alla corporeità e non riducibile a coscienza pura, attesta che " il corpo altrui e il mio sono un tutto unico ", cosicché il conflitto tra le coscienze non è la dimensione originaria del rapporto intersoggettivo, ma è la rottura di questa unità e comunicazione originaria, che ha le sue radici nel mondo della vita antecedente a ogni riflessione. L'esistenza viene concepita come incessante ripresa della situazione di fatto (caratteriale, familiare, sociale, ecc.) che la condiziona senza però predeterminarne lo svolgimento; l'esistenza è infatti libera, si svolge sotto il segno della possibilità perché può sempre modificare il suo punto di partenza, riassumendolo entro un progetto inaugurato da un atto di appropriazione della propria vita che le dà il suggello di autenticità; ne consegue che la realizzazione della libertà esige l'impegno e la prassi, giacchè il senso dell'esistenza, ovvero il significato della condizione umana, si rivela solo nel suo essere nel mondo. Ma il suo costitutivo radicarsi nel mondo fa sì che il senso dell'esistenza sia opaco e che la misura umana della libertà non sia un incondizionato potere della coscienza sulle cose, bensì si esplichi entro un limitato campo di possibilità. La libertà non può impedire che il mondo imprima anche all'esistenza il carattere proprio di tutto quanto sta nel suo orizzonte, che è la precarietà e la contingenza: proprio per questo il senso non può mai esorcizzare il non-senso. L'ambiguità dell'esistenza nasce dal fatto che la sua libertà si rivela in effetti l'altro lato del suo essere conficcata nella vita sensibile della percezione. Lungo questa via la fenomenologia esistenzialista e dialettica di Merleau-Ponty incontra la psicoanalisi nella convinzione che l'inconscio non è solo una struttura antropologica, ma anche una fonte di verità. Questa impostazione consente a Merleau-Ponty di respingere le concezioni sartiane del nulla e della libertà. E' vero che il nulla appare nel mondo grazie alla soggettività e alla possibilità di trascendere il mondo e di annullare i propri progetti in ogni attimo, ma questa possibilità è sempre al tempo stesso quella di cominciare qualcos'altro, cosicché " noi non rimaniamo mai in sospeso nel nulla ", bensì " siamo sempre nella pienezza, nell'essere ". Allo stesso modo, egli rifiuta la nozione di il libertà assoluta, sganciata da ogni condizionamento, la quale porta alla conclusione della equivalenza delle scelte. La libertà assoluta è incompatibile con la nozione di situazione, ossia con l'essere-al-mondo, attraverso la corporcità e la percezione, che è proprio dell'uomo: " io non sono mai una cosa e non sono mai una coscienza nuda ", cosicché la libertà è sempre incontro di esteriore e interiore, è sempre condizionata e inserita in un orizzonte di possibilità. L'alternativa tra libertà assoluta e determinismo è, dunque, meramente fittizia. Libertà per Merleau-Ponty significa nascere e precisamente nascere dal mondo in quanto campo già strutturato di possibilità, ma al tempo stesso nascere al mondo, in quanto il mondo non è mai una totalità chiusa e definitiva ma è un orizzonte aperto al quale possono essere conferiti significati. In questo modo acquistano senso ed efficacia le scelte, l'impegno e la responsabilità umana all'interno della storia, come insieme contingente dei progetti umani.

Il corpo proprio, cioè il corpo senziente, ci insegna un modo di unità: io non sono di fronte al mio corpo ma sono il mio corpo. Tale unità è chiamata lo schema corporeo, che significa che io tengo in un possesso indiviso il mio corpo e conosco in modo immediato la posizione delle mie membra, e che i movimenti del corpo formano un sistema con gli oggetti esterni. Attraverso questa unità preriflessiva, il mio corpo è polarizzato verso dei compiti, è intenzionale.
Attraverso il fenomeno della parola, uno dei moti espressivi del corpo, Merleau-Ponty mostra l’intenzionalità del corpo, il suo oltrepassarsi verso qualcos’altro, il suo potere di significazione. Attraverso il significato gestuale ed emozionale della parola, attraverso la mimica che le è connaturata si può vedere come agli organi del corpo corrispondano delle emozioni, ovvero come vi sia una strutturazione simultanea fra l’uso del proprio corpo e il proprio mondo dell’emozione. Ciò che si impara allora è che è il corpo a mostrare, è il corpo a parlare. L’intenzionalità del corpo conduce a superare la separazione classica di soggetto e oggetto. La tradizione cartesiana ci ha insegnato a separarci dall’oggetto, a vedere il corpo come una somma di parti senza interiorità e l’anima o la coscienza come un essere completamente pieno e trasparente a se stesso. Mentre l’esperienza del corpo mostra un modo di esistenza ambiguo. Esso non è oggetto, se tento di pensarlo come un fascio di processi in terza persona mi accorgo che non li posso collegare con semplici rapporti di causalità, ma essi sono tutte ripresi e coinvolti in un “dramma unico”. E per lo stesso motivo la coscienza che ho del corpo non è un pensiero, non posso comporlo e ricomporlo, la sua unità è sempre confusa, posso soltanto viverlo e confondermi con esso.
Una volta descritta l’ambiguità del corpo, Merleau-Ponty si rivolge alla struttura e alla costituzione dell’oggetto percepito, in rapporto al corpo.
Continua…

tratto da wikipedia

11 febbraio 2008

Tango

Me gusta pasear por la calle,
ver a gente, mirar en la cara de los desconocidos
y imaginar su vida.
Andar por la calle sin saber la meta,
desear nada mas de lo que ya estas haciendo...caminar.
Saber que lo que eres es lo que quieres ser,
y los pasos que corres son los que harias, sin duda.
Oirte caminar y danzar con los pies desnudos en el suelo,
danzar hasta que no haya mas aire que respirar,
hasta que no sabes mas quien eres.
Rodear en ti misma como volar en el cielo.


Tango

Adoro passeggiare per strada,
vedere la gente, guardare il viso degli sconosciuti
e immaginarmi la loro vita.
Andare per strada senza sapere la meta,
non desiderare niente più di quello che stai facendo…camminare.
Sapere che quello che sei è quello che vuoi essere,
e i passi che percorri sono quelli che faresti, senza dubbio.
Sentirti camminare e danzare a piedi nudi sul suolo,
danzare fino a che non ci sia più aria da respirare,
fino a che non sai più chi sei.
Girare su te stessa come volare nel cielo.


scritto da Silvia