La verità non è mai palese...bisogna cercarla autonomamente

7 novembre 2008

L'Italia che non esiste

Vivo in un paese che ormai non esiste più, in cui ognuno pensa a sé e il valore sociale si affievolisce lentamente al tramonto dell’umanità intera. Non esiste più l’integrazione sociale; c’è chi ha paura di mettere il naso fuori casa ed essere aggredito e c’è chi resta in casa per problemi di salute e rifiuta il dialogo e il confronto reale con altre persone con problematiche analoghe, e preferisce essere quotidianamente accompagnato dal nuovo grande faro mediatico della televisione.
La scuola pubblica sta scomparendo. Diventerà un’azienda con partecipazioni private ed un capo manager al quale i dipendenti dovranno obbedire inesorabilmente, come già accade ora nelle scuole private; i dipendenti saranno sottopagati, la libertà di insegnamento sparirà, e ci saranno scuole per ricchi e scuole per poveri.
Un esempio al quale si sono voluti ispirare gli ideatori italiani della trasformazione delle scuole in Fondazioni lo possiamo trovare negli Stati Uniti.
Nel libro di Naomi Klein, NO LOGO, è messo in evidenza il fenomeno ormai reale della presenza di partecipazioni private nelle scuole americane. Essendo ogni scuola sponsorizzata da un’azienda, ve ne sono alcune in cui in ogni classe è dislocata una tv fissa al muro che ogni ora si accende automaticamente per qualche minuto e manda in onda la pubblicità della ditta che sovvenziona la scuola. LA TV è programmata in modo tale da non potersi spegnere…i ragazzi sono poi costretti ad andare a scuola con indumenti firmati della firma o logo della ditta sponsor. E’ noto il caso di un alunno che rifiutandosi di indossare il logo dello sponsor ed anzi indossando il logo della ditta rivale, venne sospeso.
L’Italia è un paese di cittadini che non esistono più…i programmi tv esistono per loro.
continua....

scritto da Silvia

3 novembre 2008

Centrali nucleari in Italia...un INCUBO

Qui di seguito una mappa delle centrali nucleari che contengono scorie radioattive in Italia:
http://italy.indymedia.org/uploads/2003/11/mappa_nucleare.jpg
http://italy.indymedia.org/news/2003/11/429883.php
La mappa dei 53 mila metri cubi di scorie nucleari custoditi in Italia
di Flavia Amabile -ROMA -

"Le centrali nucleari sono chiuse dal 1987, eppure in Italia ci sono: 53mila metri cubi di rifiuti nucleari, quanto un palazzo di sessanta piani.
La verità è che più che chiuse le centrali sono in stato di «custodia protetta passiva», dunque continuano a produrre ogni anno una certa quantità di rifiuti radioattivi. A questi vanno aggiunti altri 2mila metri cubi di rifiuti radioattivi, di origine medica e sanitaria, o creati durante le attività di ricerca o simili, e poi rottami metallici, vecchi quadranti luminescenti, parafulmini. Cerchiamo di capire dove sono. Il rapporto di Legambiente risale al 1999 ma è ancora valido.
Il primo nome citato è il Centro Enea di Rotondella, conosciuto anche come «Trisaia», in provincia di Matera dove a quasi trent’anni dall'avvio del programma, si trovano ancora 2,3 metri cubi di rifiuti liquidi mai solidificati nonostante le ripetute richieste degli organi competenti. I rifiuti, oltretutto, sono contenuti in strutture metalliche di acciaio e carbonio che ormai non sono più in grado di garantire la tenuta. Il centro di Trisaia ospita anche 64 elementi di combustibile irraggiato, attualmente sospesi in una piscina di stoccaggio, circa 3 metri cubi di prodotto fissile e fertile (uranio e torio), 14 container di rifiuti biomedicali; dagli anni Sessanta è la sede dell’unico cimitero di rifiuti nucleari esistente in Italia, quattro fosse in cui sono stati accumulati rifiuti solidi radioattivi ad alta attività (pari a circa 100 curie) contenenti cobalto 60, Cesio ed altri radionuclidi. I rifiuti sono stati cementificati e le fosse ricoperte con uno strato di bitume. Durante l’attività le centrali nucleari hanno prodotto 1916 tonnellate di combustibile esausto, 328 delle quali sono ancora stoccate in Italia presso gli impianti di Caorso e Trino e la vasca del reattore di ricerca Avogadro a Saluggia. Quello di Saluggia è un deposito particolarmente a rischio, si trova sulle sponde della Dora Baltea, a due chilometri dalla confluenza con il Po, sopra le più importanti falde acquifere del Piemonte: nessuno può immaginare che cosa può accadere in caso di alluvione. Ci sono poi la centrale del Garigliano in provincia di Caserta dove è in funzione un impianto per il recupero e la solidificazione di liquidi e fanghi prodotti in passato e stoccati, e quello di Casaccia nel Lazio dove opera un impianto per l'estrazione di particelle alfa dei rifiuti del plutonio in modo da diminuirne la radioattività. Coperte da segreto militare sono tutte le informazioni sulla centrale nucleare della base di Pisa, ma è presumibile che rifiuti siano conservati anche lì. Ai depositi delle centrali vanno aggiunti i depositi pubblici e privati delle scorie create dagli ospedali, non sempre del tutto in linea con le norme di sicurezza stabilite dalla legge. Secondo i dati raccolti dal Servizio di prevenzione sanitaria della Regione Lombardia, ad esempio, in un solo anno (tra il giugno 1997 e il giugno 1998) le aziende sanitarie lombarde hanno rilevato più di 100 carichi di rottami metallici radiocontaminati, quasi tutti in provincia di Brescia, evidentemente sfuggiti ai controlli doganali. Nel 55% dei casi l'oggetto radioattivo era costituito da materiale metallico radiocontaminato, nel 17% dei casi da vere sorgenti radioattive e nel 18% dei casi da quadranti di strumenti. In alcune sporadiche occasioni sono stati ritrovati parafulmini radioattivi e rilevatori di fumo. E poi vanno contati resine, fanghi, rifiuti attivi secchi, rifiuti solidi o liquidi in attesa di trattamento. C’è poi un ulteriore quantità di materiale radioattivo su cui si hanno poche informazioni, quello proveniente dai traffici illeciti. Il rapporto di Legambiente ricorda che nel periodo 1996-1998, in particolare, risultavano entrati 2 milioni e 260mila tonnellate di rottami ferrosi attraverso i valichi ferroviari di Gorizia e Villa Opicina e quello stradale di Valico Sant'Andrea, lungo la frontiera orientale italiana: oltre 15mila tonnellate sono risultate radioattive e rispedite oltre confine."
tratto da La Stampa del 24/11/2003

altri siti:
http://energianucleare.blogspot.com/