La verità non è mai palese...bisogna cercarla autonomamente

28 marzo 2008

Che pentola usare...

Dal sito http://www.ben-essere.net/index.asp?c_articolo=29

Ecco un estratto:

Il wok

Il wok è una "casseruola" profonda, svasata, con il fondo curvo, che permette un uso minimo di olio. I migliori sono quelli in ghisa pesante; se ne cominciano a trovare di varie misure anche in Italia. E' consigliabile acquistarne uno di buona qualità (scartando le "imitazioni" realizzate in teflon leggero, economiche, ma di breve durata) e grandi dimensioni: all'occorrenza si può utilizzare anche per cucinare grandi quantità di cibo, ma grazie al fondo curvo, va bene anche per fare da mangiare solo per due. Con un po' d'attenzione, un wok di buona qualità può durare per sempre ed entrare onorevolmente a far parte dei tesori di famiglia.
Si trovano sul mercato anche wok in ferro, più leggeri e maneggevoli di quelli in ghisa, e quindi ideali per saltare rapidamente le verdure, alle quali conferiscono un aroma particolare, ma sconsigliati per le preparazioni in umido.
Ottime sono anche le pentole tradizionali in ghisa porcellanata o vetrificata, grazie alle caratteristiche tecniche proprie di questo materiale, il calore è distribuito in modo uniforme rendendo omogenea la cottura. Inoltre, una volta a temperatura, la ghisa porcellanata permette una grand'economia di combustibile. È quindi ideale per tutte le cotture lente.

Terracotta e pietra refrattaria

Anche la terracotta conferisce ai cibi vibrazioni ed energia armoniose, esaltandone il gusto e le qualità. Di contro, questo materiale, oltre ad essere particolarmente fragile, richiede particolare cura per evitare che assorba i sapori dei cibi. I tegami in terracotta vanno dunque lavati subito dopo l'uso, con acqua e aceto o limone, evitando i detergenti aggressivi e i repentini cambiamenti di temperatura (anche la ghisa richiede cure analoghe).
Purtroppo questo tipo di pentole sono in genere verniciate con smalti e colori tossici, soprattutto piombo, utilizzato per abbassare la temperatura di fusione dello smalto, per dare maggiore brillantezza ai colori e per diminuire i difetti che possono apparire sugli smalti dopo la cottura. Altre sostanze inquinanti utilizzate sono cadmio e selenio (utilizzate come coloranti spesso in combinazione con il piombo) e ancora antimonio, arsenico, floride e uranio.
Durante la cottura, lo smalto a contatto con gli alimenti acidi (frutta, aceto, formaggi e molti vegetali), cede residui piombici che inquinano il cibo.
Per tutti questi motivi è consigliabile utilizzare le ceramiche ecologiche, dove il piombo e gli altri metalli pesanti sono sostituiti da sostanze alcaline naturali (sodio, potassio, boro, calcio, bario, ecc.) che però danno dei risultati meno brillanti e a volte qualche difetto.


Alluminio e teflon

L'alluminio ha il pregio di essere leggero ed economico, ma tende ad acidificare molto rapidamente i cibi, cedendo facilmente residui metallici che interagiscono con la chimica degli alimenti e conferiscono sgradevoli sapori. Inoltre, l'alluminio è sospettato essere una delle cause del morbo di Alzheimer. Meglio quindi ridurre al minimo il contatto con i cibi, soprattutto una volta cotti.
Grazie alla diffusione delle vernici antiaderenti anche l'alluminio, che sembrava quasi scomparso dalle nostre cucine, sta attraversando un nuovo periodo di gloria. L'antiaderente (Teflon sempre più spesso sostituito dal Silver Stone o dal Silver Stone Supra, entrambi di qualità superiore al primo) esalta i pregi e sopperisce ai difetti del semplice alluminio. Secondo alcune ricerche, queste vernici rilasciano sostanze tossiche solo quando si superano temperature oltre i 400 °C, limite difficilmente raggiungibili nell'uso domestico. Ma è anche vero che con l'uso, la vernice comincia a staccarsi dal fondo delle pentole e viene inevitabilmente ingerita insieme ai cibi cotti. Per i rischi di tossicità e per la sua "tristezza" il teflon è decisamente da evitare.

Acciaio

L'acciaio inossidabile, in genere contrassegnato con le sigle 18/10 e 18/c, è un ottimo materiale per pentolame ed attrezzi di cucina: si presta a quasi tutti i tipi di cottura, conserva il calore, è quasi inalterabile. Uno dei pochi limiti di questo materiale è che a contatto con composti acidi, cede particelle dei metalli pesanti. Quindi è bene evitare sia di lasciare a lungo i cibi cotti a contatto con superfici inox, sia cucinare pietanze molto acide come il pomodoro e le salsine agrodolci.
Un'attenzione importante, verso l'inox in particolare, ma estensibile a tutte le pentole, è quella di evitare l'uso del sale marino a freddo, specie quello grosso, perché il cloro e altri agenti acidi che esso contiene, intaccano rapidamente il metallo causando macchie, che presto diventano carie, erosioni attraverso cui i metalli si continueranno a combinarsi col mangiare.

Nell'inox 18/10, alle 18 parti di cromo ne sono state aggiunte 10 di nichel nel 18/c, invece, il nichel è assente. L'acciaio 18/10 è più lucido e resistente alla corrosione quello 18/c è migliore per la conducibilità del calore. L'inox si pulisce facilmente ed è resistente alla maggior parte dei detersivi soffre invece per quelli che contengono cloro. A differenza dell'alluminio non assorbe gli odori. L'unico limite è la scarsa conducibilità del calore: il rischio, infatti, è che i cibi si attacchino facilmente al fondo in corrispondenza della fiamma.
Per questo motivo, i tegami di qualità in acciaio inox ha il cosiddetto triplo fondo composto di solito da due dischi di acciaio con all'interno uno di alluminio ottimo conduttore di calore (a parità di spessore è circa 10 volte superiore). Grazie a quest'accorgimento, la fonte di calore s'irradia in maniera più uniforme su tutto il fondo. Alcuni produttori utilizzano come disco esterno l'acciaio 18/c ottenendo un risultato ancora migliore; altri invece un solo disco d'alluminio: in quest'ultimo caso le pentole risultano più delicate perché il fondo si riga e si deforma con facilità.
Lo spessore del fondo è dunque un indice sicuro della qualità delle pentole, anche se non mancano le esagerazioni: si trovano sul mercato pentole costosissime, pesantissime e con fondi molto spessi, i cui vantaggi non sono correlati all'elevato prezzo; senza contare che queste pentole fanno consumare più energia. Un buon equilibrio per evitare di bruciare i cibi e allo stesso tempo sprecare energia è un fondo di circa 6 millimetri di spessore.

Ferro e rame

Per preparare pizze, focacce, pane, torte di sfoglia ripiene, ecc., il ferro, quello nero, pesante, riapparso recentemente sul mercato è un ottimo materiale per pentolame ed attrezzi di cucina in quanto asciuga meno gli impasti che risultano più morbidi e omogenei. Il ferro si presta a quasi tutti i tipi di cottura, conserva il calore, ed è quasi inalterabile, a patto di pulirlo e asciugarlo con cura dopo l'uso. Ma attenzione, i tegami in ferro non vanno sfregati, per non danneggiare la patina protettiva che si forma col tempo e l'uso continuato inseguito della polimerizzazione dell'olio. E' comunque bene evitare il contatto prolungato con i cibi acidi, perché può cedere particelle di metalli pesanti.
Le pentole in rame sono le più amate dai cuochi professionisti per la loro resistenza, buona conducibilità termica ed elevata versatilità che le rendono adatte a diverse tipologie di cottura. Due i limiti di questo materiale: la cessione di sostanze tossiche durante la cottura e il prezzo elevato. Se ne sconsiglia l'impiego.

Pentola a pressione

Di gran moda negli anni '70, nessun cuoco ama utilizzarla un po' perché è difficile controllare la cottura, un po' perché il processo troppo rapido di trasformazione non sempre assicura buoni risultati. Il principale vantaggio è la drastica riduzione dei tempi di cottura, particolarmente utile nel caso di cereali integrali e legumi. A differenza di quello che si crede, la cottura in pentola a pressione è meno distruttiva (almeno nei confronti delle vitamine) di altri sistemi di cottura che richiedono tempi più lunghi e temperature più basse come la bollitura, il vapore e lo stufato.

Taglieri e utensili


Per gli utensili è bene scegliere materiali naturali, il più indicato è il legno: olivo e frassino per i taglieri; olivo e bambù per mestoli e spatole, sono legni duri e resistenti, non assorbono e non trasmettono cattivi odori. Per spazzole e pennelli vanno, meglio le setole vegetali; vetro e ceramica per i contenitori, il marmo per i piani di lavoro."

Articolo pubblicato sulla rivista AAMTerranuova

27 marzo 2008

NO EXPO 2015 MILANO

Dal sito www.noexpo.it si può scaricare il Dossier NOEXPO presentato alla commissione B.I.E. http://www.noexpo.it/article.php3?id_article=28


Ecco un estratto:
"Riteniamo che la candidatura di Milano, al di là della retorica dei buoni propositi e delle pompose dichiarazioni di pura immagine contenute nel dossier circa il tema della manifestazione, risponda in realtà essenzialmente ad interessi ed affari privati, ben poco solenni, che peggioreranno la sitazione ambientale e sociale già compromessa di un vasto territorio, proseguendo una linea di scelte politiche che negli ultimi anni non abbiamo potuto condividere."


Si può anche scaricare un documento in word, PETIZIONE contro i danni ai cittadini e all'ambiente di EXPO 2015:

20 marzo 2008

Come fare lo yogurt in casa

Normalmente, per lo yogur fatto in casa si usa la yogurtiera: latte intero portato a 80-90° C , raffreddato, inoculato con una bustina di fermenti (starter), che comprate in farmacia, e poi messo nei vasetti di vetro della yogurtiera e poi nella yogurtiera per 8-12 o più ore. Lo yogurt è fatto. Per farne altro, utilizzerete circa 3 cucchiai del vostro yogurt x un altro litro di latte...e così via per le prossime volte (circa 20 volte, dopo è meglio ripartire con una nuova bustina).
L'altro metodo che non implica l'uso della yogurtiera è quello che impiega i grani di kefir, che si possono trovare in alcune farmacie.
I grani di kefir sono una massa di granuli gelatinosi e bianchi composti da batteri e lieviti. Si versa del latte (fresco, pastorizzato o non pastorizzato, intero, parzialmente scremato, scremato o vegetale) in un contenitore pulito insieme ai grani di kefir e si lascia fermentare a temperatura ambiente per 24-36 ore. Il latte fermentato puó essere filtrato per separare i grani del kefir dalla bevanda che puo essere consumata fresca o conservata in frigorifero per circa una settimana.
Se vogliamo un prodotto ancora più digeribile, ma un po' più acido, allora quello che si è filtrato si copre e si lascia tranquillo per altre 24 o più ore. In questo modo, siamo certi che il lattosio è stato tutto digerito. Il Kefir è forse più digeribile e tollerato da bambini e anziani.

19 marzo 2008

AIUTIAMO IL TIBET

dal sito dell'Associazione Italia-Tibet- http://www.italiatibet.org/
"Pubblichiamo oggi una drammatica testimonianza che ci è giunta dal Nepal.
Un nuovo ed orrendo genocidio sta avvenendo in Tibet in questi giorni. I mezzi di informazione non sanno, o non vogliono sapere, o hanno paura di sbilanciarsi, quello che sta accadendo realmente a Lhasa ed in tutto il Tibet. Quando parlano di circa 80 morti, o se citano le fonti cinesi parlano di 10 morti (!), non hanno idea di quanto siano lontani dalla realta'. Ora noi siamo a Kathmandu, Nepal; ieri, domenica 16 marzo, un nostro amico Tibetano e' riuscito a parlare con suo fratello a Lhasa. Il fratello gli ha detto di aver assistito personalmente ad uno dei tanti massacri: UNA FOLLA DI CIRCA 300-400 TIBETANI E' STATA CIRCONDATA DALL'ESERCITO IN UN'AREA DIETRO IL POTALA ( L'ANTICA RESIDENZA DEL DALAI LAMA A LHASA), E LUI LI HA VISTI MASSACRARE TUTTI A MITRAGLIATE!!!"
continua..

18 marzo 2008

15 marzo 2008

Sueño


No rechaces los sueños por ser sueños.
Todos los sueños pueden
ser realidad, si el sueño no se acaba.
La realidad es un sueño. Si soñamos
que la piedra es la piedra, eso es la piedra.
Lo que corre en los ríos no es un agua,
es un soñar, el agua, cristalino.
La realidad disfraza
su propio sueño, y dice:
«Yo soy el sol, los cielos, el amor».
Pero nunca se va, nunca se pasa,
si fingimos creer que es más que un sueño.
Y vivimos soñándola. Soñar
es el modo que el alma
tiene para que nunca se le escape
lo que se escaparía si dejamos
de soñar que es verdad lo que no existe.
Sólo muere
un amor que ha dejado de soñarse
hecho materia y que se busca en tierra.


Pedro Salinas

8 marzo 2008

PER I 100 ANNI DELLA "FESTA" DELLA DONNA

Consiglio la visione dell'intervista alla giornalista de Il Manifesto Giuliana Sgrena, intervista fatta durante la trasmissione Che tempo che fa l'8 Marzo 2008:
"E' così che se la "Festa" della donna, giunta al centesimo anniversario, sembrava ormai vecchia ed obsoleta si scopre ringiovanita e dà appuntamento a Roma per l'8 marzo. Due gli eventi di piazza significativi. Uno organizzato dai sindacati confederali, l'altro dai movimenti femministi.
Sabato 8 marzo Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato una manifestazione nazionale, partenza alle 14 da Piazza Bocca della Verità, arrivo a Piazza Navona. Vi parteciperà il ministro per i diritti e le pari opportunità, nonché i tre leader sindacali.
Le parole d'ordine volute dai sindacati a sostegno dell'iniziativa collocano i diritti delle donne in un contesto economico positivo. Quattro i concetti che motivano il corteo: sviluppo, lavoro, qualità della vita, libertà di scelta.
Da questa manifestazione prendono le distanze le femministe che rivendicano invece iniziative proprie ed autonome, di donne fra donne. Come l'Assemblea nazionale femminista e lesbica che ha deciso, in un continuum con la manifestazione del 24 novembre scorso contro la violenza sessuale, di organizzare localmente dei cortei.
A Roma, l'Assemblea romana di questo movimento ha programmato un corteo per venerdì 7 marzo, alle 18, a Piazza Navona.
La data è quella emblematica dello stupro subito da una donna nella capitale 20 anni fa, Marinella. Più circostanziata la piattaforma di questa iniziativa:
"diciamo basta a chi strumentalizza l'aborto e la procreazione per produrre consensi e per fare campagna elettorale e che vuole ridurre le donne a semplici contenitori per la riproduzione della vita, svuotandole della loro capacità di scelta, privandole del diritto di decidere sul loro corpo. Non ci stancheremo mai di rivendicare il nostro diritto di scegliere, né di denunciare la violenza che ogni donna è costretta a subire tra le mura di casa, e di lottare per la nostra libertà e la nostra autodeterminazione".
Aderisce a questo corteo anche il movimento femminista che ruota intorno alla Casa internazionale delle donne di Roma che ha inviato una lettera alle "amiche" del sindacato per spiegare la non adesione ed in cui rivendica l'autonomia delle donne, al di là dei partiti e dei sindacati."