La verità non è mai palese...bisogna cercarla autonomamente

20 aprile 2007

pensieri filosofici

Cos’è importante? Un sentimento: la consapevolezza di sè e il sentire l’essere altro come parte del nostro mondo. Tra la moltitudine degli esseri viventi che incontriamo nella vita, solo alcuni entrano in "contatto" con il nostro microcosmo, il nostro corpo, il nostro sentire, la nostra persona. Può essere un gesto, uno sguardo, un odore o profumo, una carezza a dirci: questo è importante, mi importa, lo "porto con me" , dentro di me ( dal latino composto di in- 'dentro ' e, portare).
Anche le parole aiutano l’incontro, ma saranno inutili se la percezione che abbiamo di queste non scaturissero un significato altro dal semplice udire. E’l’ascolto di quella parola o suono che può rimandare a quella parte della memoria sensoriale che è unica, irripetibile e diversa in ognuno di noi.
Per capire come percepiamo l’altro dobbiamo prima chiederci come percepiamo il nostro corpo. Come lo sentiamo? Attraverso la consapevolezza fisico-sensoriale del corpo ( come ci percepiamo, l'autoconsapevolezza) e attraverso il contatto che abbiamo con l'esterno, l'essere altro, il mondo circostante.
A tal proposito possiamo collegarci alla concezione dell’essere nel mondo, la gettatezza di Martin Heidegger (1889-1976) in Essere e Tempo (1927).
Per Heidegger l’esserci –Dasein- è l’essere nel mondo. L’analitica dell’esserci non prende in considerazione solo il soggetto, ma anche l’oggetto perché l’esserci è costitutivamente apertura al mondo e comprensione di esso.
Infatti l'essere dell'esserci è essere-nel-mondo, il che significa prendersi cura degli enti, utilizzarli e maneggiarli, progettare trascendendoli per realizzare un progetto che fa capo all'esserci stesso.
Il mondo in cui l’esserci è, per Heidegger, non è né l'insieme degli enti intramondani, né ciò che li contiene, ma è lo spazio in cui gli enti ci appaiono; il mondo è un esistenziale, cioè una struttura dell'esserci, non un ente esso stesso.
Uno dei modi di essere nel mondo dell’uomo è l’affettività, nella quale l’uomo si sente gettato nel mondo, sente la sua fatticità. Altri modi di essere nel mondo sono il comprendere, il progettare e il parlare.

A mio avviso la comprensione ha a che vedere con la partecipazione. L’essere umano si dovrebbe interrogare sul perché si arriva alla decisione della partecipazione. Tornando al discorso sull’importanza, allora dico che è importante ciò che decido sia importante per me. Ma la decisione non può prescindere dal contesto e dalla struttura fisico emotiva della persona stessa.
Nel momento in cui decido di entrare in contatto con l’altro, come percepirò poi il ricordo di quel contatto? Ovvero come sarà la manifestazione emotivo sensoriale di quel momento?
Il ricordo si manifesterà come uno stato d’animo uguale a se stesso e differente ogni volta lo si ricordi.
scritto da Silvia

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